Cos’è un cappotto esterno?
È un rivestimento costituito da diversi strati (strato di sottofondo con intonaco di rinzaffo, pannelli di materiale isolante, rete porta intonaco, rasante e intonaco) che serve a coibentare le murature scarsamente isolate per ridurre le dispersioni causate dai ponti termici. Questi ultimi si verificano quando materiali dalle basse prestazioni termiche non sono isolati a sufficienza e lasciano passare il calore, per cui d’inverno questo tende a disperdersi all’esterno dell’edificio.
L’applicazione del cappotto è una delle tecniche più efficaci per migliorare la classe energetica dell’edificio e rientra tra gli interventi di efficientamento energetico per cui è ancora possibile richiedere l’agevolazione fiscale (entro il 31/12/2018).
Come scegliere il tipo di materiale per la coibentazione a cappotto?
Ecco alcune indicazioni generali:
- è meglio scegliere materiali coibentanti con bassa conducibilità termica, inoltre, più il materiale è spesso, più è alto il suo potere isolante, quindi, è meglio privilegiare materiali con spessori consistenti
- nelle zone climatiche in cui le temperature estive si abbassano verso sera (collina e montagna) è utile scegliere materiali ad elevato sfasamento termico, cioè materiali la cui struttura fa sì che il calore impieghi molte ore per penetrare all’interno dell’edificio, così il “picco di calore” giunge solo verso sera, quando basta aprire le finestre per rinfrescare; al contrario, se l’edificio si trova in zone climatiche dove l’afa è alta dal mattino alla sera, non è consigliabile scegliere materiali di questo tipo
- è meglio scegliere un materiale traspirante perché limita la formazione di condensa, e che sia atossico, resistente al fuoco e immune da parassiti e muffe
Esistono tre tipi di materiale per il rivestimento a cappotto
I materiali per realizzare un rivestimento a cappotto possono essere sintetici, vegetali e minerali.
1) Materiali isolanti di origine sintetica
Gli isolanti sintetici sono derivati della lavorazione del petrolio, sono semplici da posare e resistono ad acqua e umidità. Offrono un ottimo isolamento termico ma se non vengono adeguatamente protetti, col tempo il loro potere coibentate tende a ridursi, a causa degli agenti esterni e atmosferici. Sono molto utilizzati perché economicamente più convenienti e durevoli nel tempo rispetto ad altri materiali
2) Materiali isolanti di origine vegetale
Sono materiali che provengono da materie prime rinnovabili (quindi che non hanno derivazione sintetica e petrolchimica), sono riciclabili e biodegradabili. Fanno parte di questa categoria: sughero e fibre di diversa natura (legno, cellulosa, canapa, lino…). Hanno un buon isolamento termico, un buon sfasamento termico, sono atossici e traspiranti. Non temono l’umidità. Sono però più costosi degli isolanti sintetici e alcuni di questi materiali non sono di facile posa.
3) Materiali isolanti di origine minerale
Gli isolanti di origine minerale sono rinnovabili e riciclabili, vengono ricavati dalle rocce: lana di roccia, lana di vetro, argilla espansa ed altri. Hanno un buon isolamento termico, anche negli ambienti umidi, resistono alle muffe e non sono combustibili, ma per resistere all’umidità devono essere trattati. Rispetto agli isolanti sintetici possono essere più costosi.